Il festival di fotografia sociale è finito ma non finirà mai nella mia mente e cuore. Viverlo da protagonista è stata un’emozione incredibile, ogni volta che vedevo persone soffermarsi sul mio progetto era un piccolo successo, vedere il mio progetto inserito in un contesto così prestigioso è stato un sogno ad occhi aperti. Questo 2016 è iniziato nel migliore dei modi, ci sono tante storie da realizzare e tante situazioni di vita da vivere, sono felice del mio momento e credo che essere presente al PSPF è stato la chiusura di un piccolo cerchio aperto tanti tanti anni fa. Il festival come dice il dir.artistico è un viaggio interiore per gli spettatori ma anche per gli addetti ai lavori, non c’è solo fotografia, c’è tanto altro ancora e per questo ringrazio Antonello Turchetti per aver creduto in me (con il mio progetto) ma soprattutto di aver alimentato un festival di questo tipo, così ricco di storia, di bellezza e di motivi per riflettere. Ovviamente IRIS è arrivato a questo punto anche grazie a delle persone (colleghi) come Fausto Podavini (che mi ha veramente spronato per un nuovo modo di fare reportage, soprattutto negli ultimi miei anni) e Pier Paolo Metelli (il mio fratello d’immagine, che sempre mi dona delle parole giuste al momento giusto), a Fabiana Baldelli che sa scegliere come poche persone e a miei cari. Dedico questo festival a tutti coloro che pensano che ancora con le foto si possa raccontare qualcosa e a tutti coloro che sono transitati a Perugia.